Massimo
La FEDE
Si sta avvicinando il periodo che per i Cristiani Cattolici è rappresentato dal 2 Novembre e cioè la commemorazione dei defunti. In questo periodo si allestiscono degli altarini in memoria delle persone care che non sono più in vita. Sono convinto che chi ha fede, ma con la parola fede intendo qualsiasi tipo di fede, può pregare a modo suo, allestendo degli altarini e son convinto che questi altarini sono rivolti a chiunque e non solo ai cari defunti.
Andando indietro nel tempo anch’io allestivo altarini, ma lo facevo pregando i miei idoli nel campo della musica, ascoltando le loro canzoni le quali trasmettono dei messaggi…
Ciò che facevo non era ben visto e col passare del tempo ho pensato di agire in sordina senza dare nell’occhio.
Questo discorso vale per quelle persone che ostentano la loro fede, io da quell’esperienza ho imparato a pregare a modo mio senza inculcare niente a nessuno e non giudicando l’agire di tanti fedeli. La fede è personale ed ognuno fa come gli pare senza disturbare il quieto vivere degli altri.
VIVI E LASCIA VIVERE
La fede può essere quindi anche non soltanto religiosa: c’è la fede calcistica, nello sport; c’è la fede geografica con i terrapiattisti e non; c’è la fede per un pensatore filosofico; etc…
Ripeto, ognuno di noi crede ad un qualcosa, l’importante che non si intralcia la vita delle altre persone, il rispetto è la prima regola, tutto viene di conseguenza.
Tratto dal mio libro PASSWORD
In Cina, il pensiero taoista e confuciano vedeva l’uomo come parte integrante della natura. L’armonia era la condizione ideale in cui l’individuo si pone in sintonia con il Tao, il flusso dell’universo. Non si trattava di dominare, ma di fluire. Di non opporsi, ma di accordarsi.
In India, l’armonia è inscritta nel concetto di dharma: l’ordine cosmico e personale che guida ogni essere vivente. La musica classica indiana, con le sue regole sottili, è un’espressione di questa ricerca: ogni nota, ogni pausa, ogni variazione è un atto sacro di equilibrio.
Il codice invisibile.
L’armonia è un codice ma non si digita, si coltiva.
È invisibile, ma lascia tracce ovunque: in una carezza, in una pausa, in un gesto che non chiede nulla.
È la password che non si dimentica perché non si scrive: si vive.
In un mondo che ci chiede velocità, efficienza, controllo, l’armonia è un atto di resistenza.
Un ritorno al centro.
Un invito a riconoscere che la vita non è un problema da risolvere, ma una melodia da accordare.
Oltre il Giudizio: Guardare la Persona, Non il Passato
Viviamo in una società che troppo spesso si affretta ad etichettare, ad incasellare, a giudicare. Ma dietro ogni volto c’è una storia, e dietro ogni storia ci sono esperienze che abbiamo vissuto. Non possiamo comprendere davvero una persona se non conosciamo il contesto in cui è cresciuta, le influenze che ha subito, le scelte che ha dovuto fare in condizioni che forse non possiamo nemmeno immaginare.
Prendiamo ad esempio un pregiudicato in carcere. È facile liquidarlo come “delinquente”, come “persona sbagliata”. Ma cosa sappiamo davvero di lui? Magari ha vissuto in un quartiere dove la violenza era la norma, dove la droga era ovunque, dove le armi erano strumenti di sopravvivenza più che di offesa. Magari ha visto litigi e soprusi fin da bambino, senza mai conoscere un’alternativa. In un mondo così, le scelte non sono sempre libere: spesso sono dettate dalla necessità, dalla paura, dalla mancanza di modelli positivi.
Questo non significa giustificare ogni azione, ma significa comprendere. Significa riconoscere che dietro ogni errore c’è un essere umano, e che ogni essere umano merita almeno di essere ascoltato prima di essere giudicato. La comprensione non cancella la responsabilità, ma la rende più umana. E forse, proprio da questa comprensione può nascere il cambiamento.
Scrivere serve ancora?
E’ da un pò di tempo a questa parte che mi chiedo se scrivere serve ancora. La mia voglia di scrivere è tanta, ma un’altra domanda sorge spontanea:
siamo nell’era dell’Intelligenza Artificiale che attecchisce le risposte, che le rivolgiamo, da tanti database. Serve ancora studiare sui libri? Da quando esiste la scrittura e da quando esiste la creazione dei vari database, da cui attecchisce l’I.A., è inutile comprare un libro ed è inutile ricercare su più testi scritti.
Chiedere all’Intelligenza Artificiale non solo sarà di moda, ma sarà la normalità ed aggiungo: non solo per quanto riguarda la scrittura o comunque la lettura, ma sarà la normalità anche nella creazione di video o nel trovare per esempio una ricetta. Mi fermo qui anche se la mia voglia di scrivere è tanta.
Mettete qui nei commenti cosa ne pensate dell’Intelligenza Artificiale: è giusto farne uso oppure non potrà superare mai la voglia di leggere un bel romanzo su un libro cartaceo…
